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Storia di una discriminazione: Alice Broccoli.

La bergamasca Alice Broccoli, allenatrice di una squadra di calciatori esordienti presso l’Asd San Martino a San Leone, società sportiva del quartiere Pigneto di Roma, è stata licenziata per avere pubblicato delle foto sexy sul proprio profilo Instagram. La società ha ritenuto quelle foto incompatibili con il suo ruolo di educatrice di ragazzini under 12.
Infatti, secondo i dirigenti della società, una allenatrice non può assolutamente pubblicare su profili social foto come quelle pubblicate che la ritraggono con la maglia dell’Atalanta e gli slip oppure mentre si trova al mare in costume, con i suoi numerosi tatuaggi colorati a vista. Non si tratterebbe di pose particolarmente audaci, eppure, sarebbero state considerate sconvenienti in quanto pubblicate da una donna con il suo ruolo.
Alice ha commentato l’episodio in questo modo “Sono molto dispiaciuta perché questa decisione ha fatto arrabbiare parecchio i genitori e ha deluso i bambini. Lavoravo da anni in società: avevo iniziato come dirigente, poi come aiuto allenatore, poi un anno con i “Piccoli Amici”, mentre quest’anno ero alla prima esperienza come primo allenatore con gli esordienti. Sono stata licenziata perché mi è stato detto che un’allenatrice/educatrice non può pubblicare certe foto sui social. Tutto quello che io faccio e ho fatto come persona viene cancellato e azzerato a causa di foto sul mio account personale di Instagram. Ciliegina sulla torta, del resto ho sempre dovuto fare il doppio per essere accettata la metà in una società dove essere una donna è un difetto”.
Questo episodio di discriminazione di genere è, purtroppo, l’ennesimo che si verifica in campo calcistico femminile che porta allo scoperto una aggressività latente nei confronti delle donne che praticano, anche a livello professionistico, questo sport e che radica quel latitante tabù secondo il quale il calcio non è uno sport per signorine.
Se sei una donna, anche in campo calcistico, devi lavorare il doppio e devi fare molti sacrifici per ottenere quello che desideri. Alice lo ha fatto: ma, è bastato però un attimo per cancellare tutto l’impegno svolto fino ad oggi.
A scendere in campo al suo fianco, con una tenuta che decisamente non è passata inosservata, sono stati i giocatori dell’Atletico San Lorenzo, che si sono fatti fotografare in mutande per dimostrare, come loro stessi spiegano, che “una stessa posa che ha come protagonista una donna susciti percezioni molto differenti quando ha come soggetto un corpo maschile, e di quanto sia radicato lo stereotipo di genere nello sguardo di chi osserva”.
Questo fatto ha dimostrato che la nostra società non è ancora emancipata e libera perché ha messo alla gogna la professionalità e la integrità morale di una donna sportiva per il solo fatto di avere pubblicato foto in posa sexy.
L’inadeguatezza delle donne nelle attività sportive è una questione da tempo oggetto di aggressione e di pregiudizi sono duri a morire a causa di una cultura maschile e maschilista difficile da eliminare.
Tanti traguardi sono stati raggiunti nello sport femminile: nel dicembre 2019, la Commissione Bilancio al Senato ha approvato un emendamento che agevola società e federazioni nel favorire il passaggio al professionismo delle donne sportive, per equipararle ai colleghi maschi. In particolare, da gennaio 2020 e fino al 2022, alle società che stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo, è offerto l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.
Purtroppo, non si tratta di una definitiva equiparazione, ma solo di un sostegno temporaneo e da accogliersi discrezionalmente affinché ciò possa aver avvio.
Terminato questo periodo cosa accadrà?
La lotta per i diritti, anche, delle calciatrici è ancora lunga e non piena di ostacoli: l’eliminazione di una cultura maschilista sarebbe una buona base di partenza!

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