Oscuri presentimenti di noia vengono provocati dall’affannarsi degli altri; e questo ormai ci rende impossibile la frequentazione di una qualsiasi società che non sia naturale, o che almeno non sia fino al collo nei nostri stessi dubbi e disgusti.
(Ennio Flaiano, Melampus, 1970)
Vomito, nausea, questo, più o meno, è ciò che accade al nostro corpo quando incappiamo in qualcosa che ci ripugna: proviamo disgusto, una delle emozioni primarie al pari della paura, della tristezza, della gioia, della rabbia e della sorpresa. Solitamente, a scatenarlo sono sapori rivoltanti, ma anche annusando, toccando e guardando si può essere colti da questa reazione. Possiamo definirla quindi un’emozione che ci difende, ci protegge, e non solo da sostanze pericolose per il nostro corpo, ma anche da persone e situazioni spiacevoli e pericolose per la nostra mente o morale. La sensazione di disgusto è suscitata anche da comportamenti, azioni e persone che agiscono in modo che riteniamo corrotto e che mettono in pericolo l’integrità sociale». Come per tutte le emozioni, anche in questo caso la sensibilità la fa da padrone, e ” non siamo sensibili tutti allo stesso modo”, sono importanti il fattore culturale, l’età e anche il sesso, le donne, per esempio, sono più sensibili al disgusto, probabilmente legato all’innato senso di protezione, ma al contempo i canoni socioculturali sulle donne, le inducono alla non accettazione e di conseguenza il disgusto e “l’odio di sé”.