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Savoia: Cinquantasette giorni di digiuno prima di riassaporare il gusto della vittoria

Cinquantasette giorni di digiuno prima di riassaporare il gusto della vittoria. Al Savoia i tre punti mancavano dal 24 gennaio, i sigilli di De Rosa e Kieremateng in calce allo 0-2 di Formia.
Da quel pomeriggio freddo e piovoso in terra laziale, il buio. Un’improvvisa e per certi versi inspiegabile involuzione. Di gioco, di risultati, di prestazioni. Ha inizio la lunga sequenza di pareggi, le bocche di fuoco cominciano a sparare a salve, il Savoia perde quota come un aereo che accusa noie alla fusoliera. La classifica è lo specchio del male oscura che affligge la squadra di Sasà Aronica. Sarà il tecnico palermitano a pagare, il primo a fare da apripista a una emorragia di addii. Di calciatori e di addetti ai lavori. La società vira sul successore dell’ex difensore del Napoli. La scelta non si rivelerà azzeccata, anzi. A Mauro Chianese, erede designato, non resterà che allungare la serie nera, il segno X non si schioda, la vetta della classifica assume le sembianze di un miraggio e per Poziello e soci l’aria si fa sempre più pesante. Poco più di un mese e anche per il tecnico salernitano scatta l’esonero. Si apre la caccia al terzo allenatore, quello che dovrà dare un senso alla stagione del Savoia.
Si, perché è un Savoia che non si diverte più, è preda di strani affanni.
Arriva Giovanni Ferraro, tecnico notoriamente pragmatico. Poche parole e spazio ai fatti. Il match di recupero di mercoledì scorso con il Team Nuova Florida si rivela l’ennesimo flop al cospetto di una squadra di ragazzini.
I pareggi consecutivi salgono a otto. Contro il Carbonia o si fa l’Italia o si muore…
Al presidente Mazzamauro saltano le staffe. ” Questa città – tuona minaccioso il patron – non merita spettacoli del genere. Contro i sardi via lo scudo crociato e i nomi dalle maglie. Che non saranno le tradizionali bianche, ma arancioni”. Il provvedimento non piace ai tifosi, compatti nel non rinunciare al logo storico. Mazzamauro torna sui suoi passi, contro il Carbonia Savoia stile Orange e scudo al petto. E non solo per la legge dei grandi numeri, arriva l’agognato successo. Col classico scarto e con sorpresa. A sfatare il tabù, a mettere fine alla lunga teoria di pareggi e a scacciare la maledizione ci pensa David Depetris, l’argentino che con la sua prima doppietta regala i tre punti e il sorriso a tutti. Già, come ammetterà Giovanni Ferraro a fine gara, ” questo Savoia è ritornato finalmente a sorridere”.
Proprio come avevamo sentenziato noi, un paio di settimane fa, allorquando era lampante che la squadra non si divertiva più.
Vincenzo Pinto

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