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Il punto di Enzo 18/04/2021 Napoli vs Internazionale Gagarin… quell’aprile si incendiò…

Dopo la vittoria in trasferta di Genova, sponda blucerchiata, il torneo propone due sfide difficili consecutive – l’Inter in casa di domenica in notturna, e subito dopo la Lazio sempre al Maradona, nel penultimo infrasettimanale del campionato –, servono almeno 4 punti per continuare ad inseguire il posticino che vale la Champions.
Il piccolo (1,57 mt, ma per i cosmonauti è un pregio, o meglio una caratteristica positiva, come per i piloti di Formula Uno o i fantini) Jurij Gagarin, giusto sessanta anni fa, diede il suo grande contributo alla crescita della specie umana, come il primo uomo che riuscì a compiere un volo spaziale, un’intera orbita attorno alla Terra, e ritorno.
Si consegnò alla Storia con un’incursione di meno di due ore, a bordo della minuscola, ma straordinaria per l’epoca, navicella Vostok 1. Quell’impresa diede enorme vigore (eravamo in piena Guerra Fredda) alla corsa per lo Spazio, che poi portò l’uomo – stavolta americano – sulla Luna. Il primo perché non fallì il ritorno sulla Terra, cosa purtroppo non riuscita a chi lo precedette, sia a due che a quattro zampe, come la cagnetta Laika (anche a loro è dedicato questo omaggio). Quando si paracadutò e tocco il suolo, Jurij era probabilmente più confuso ed emozionato della contadina – accompagnata da figlia e vitellino – che lo videro arrivare dal cielo. Dal talento poetico di Claudio Baglioni (brano Gagarin, album Solo del 1977) abbiamo appreso che il nostro lasciò la fattoria collettiva sperduta nell’immensa Urss «… la vodka ed i lillà e il lago che bagnò il bambino Jurij» e che da lassù «…la Terra restò giù, più piccola che mai.» Tutt’altro che secondario anche il messaggio di pace e fratellanza tra i popoli «… con il piede io scansai bugie e volgarità, calunnie, guerre e maschere antigas…»
Intanto torniamo al calcio, Il Napoli ha bisogno di …incendiare questo suo aprile con risultati importanti. Ospina soffre l’ennesimo infortunio della stagione, spazio a Meret; Lozano è squalificato. Davanti abbiamo l’organico più ricco del campionato, strapotere in serie A e titolo già vinto da tempo, gioco non pervenuto (ed in Europa si è visto).
Pessimi – per noi – i risultati delle dirette concorrenti nel pomeriggio. Vediamo se le “ali” della maglia griffata Burlon ci fanno volare alto.
Quasi mezzora di nulla, con noi nella loro metà di campo ma con gli uomini che dovrebbero fare gioco dispersi tra la densità delle loro maglie. Inutilmente Insigne svaria al centro e Mario Rui resta alto. Dall’altro lato Politano non riesce a liberarsi.
Poi per qualche minuto loro stazionano nella nostra area: corner da destra e da sinistra e Lukaku che stampa una clamorosa traversa. Improvvisamente andiamo in vantaggio: Insigne crossa, frittata grossa tra Handanovic e De Vrij e clamoroso autogol.
Adesso l’Inter attacca a pieno organico ed allarga il campo con la spinta profonda di Darmian e Hakimi; ancora un legno, sempre in mischia, di Lukaku. Il tempo finisce con Meret (la maglia gialla con le ali lo fa sembrare proprio SuperMike, chi conosce Zagor sarà d’accordo) che esce bene su Barella, lanciato in porta da Lautaro.
Inizia la ripresa, se l’Inter cambia atteggiamento potrebbe essere un’opportunità per lanciare Osimehn nelle praterie; invece il canovaccio tattico resta immutato: gli ospiti aspettano solo di fiondarsi in massa in ripartenza. Comunque trovano subito il pareggio: il pallone stazione nella nostra area, Manolas lo rinvia male sui piedi di Eriksen, che di sinistro trova l’angolo opposto. Nemmeno adesso i nerazzurri provano a certificare la superiorità tecnica, ci prova solo il Napoli ma Insigne e Zielinski non trovano mai la giocata. Clamorosa traversa di Politano, l’unica volta che riesce a liberarsi in slalom, ma rappresenta il solo tiro in 94’. La staffetta Osimhen – Mertens certifica che il nigeriano – almeno per ora – alle difese schierate e forti fisicamente gli fa il solletico, e che il belga è lontano da una condizione accettabile.
I 15 punti di distacco tutto sommato non si sono visti, ma questo è un rammarico, non certo un motivo di soddisfazione. Mancano solo 7 giornate adesso, la Lazio si è attaccata alla nostra scia, il quarto posto dovremmo toglierlo ai bianconeri (tutt’altro che facile).
A Jurij non fu più permesso di ritornare in orbita; morì pochi anni dopo quel volo magico, in un – forse misterioso – incidente, mentre pilotava un MIG militare.
Resta il capostipite dei cosmonauti; suo anche – concediamoci la frivolezza – il gesto di far pipì sulle ruote del mezzo che lo portava all’imbarco, diventato da allora scaramanzia spicciola per tutti quelli che vennero dopo.
Claudio invece, dopo tanti anni, continua a scrivere e cantare capolavori.

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