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Meteore Azzurre di Enzo

Un mito unico, vari campioni e tanti onesti mestieranti hanno vestito negli anni la casacca azzurra; questa è la storia di alcuni di loro, nei miei personali ricordi…
Andrea Silenzi
Il Napoli di Maradona è ai titoli di coda, ma questo non lo sapevamo, o almeno non ce lo auguravamo. Venerdì 31 agosto 1990, Stadio S. Paolo; la stagione successiva a quella del secondo scudetto – conquistato a spizzichi e bocconi, e non certo per la monetina di Bergamo – contro un super (sia economicamente che, di conseguenza, tecnicamente) Milan di Sacchi e degli olandesi, si apre con la partita che assegna la Supercoppa Italiana, di fronte la Juventus di Baggio e del nuovo corso targato Maifredi.
Da favola l’esordio del nuovo attaccante azzurro Andrea Silenzi: il giovanotto di belle speranze si presenta al nuovo pubblico con una doppietta, mentre la sua squadra maramaldeggia sui bianconeri confusi e travolti tra le idee dell’allenatore (difesa alta e fuorigioco) e la realtà del campo, con gli azzurri che sbucano da tutte le parti.
La Supercoppa è conquistata con un roboante 5-1 e con il …nemico acerrimo Tacconi, che chiede a Diego di frenare l’impeto azzurro, a risultato ampiamente deciso.
Il prosieguo della stagione non fu altrettanto felice: inopinata uscita dalla Coppa Campioni ai rigori, anonimo ottavo posto in campionato e Diego che saluta dopo la squalifica.
Silenzi non si distingue, anzi è spesso fra i peggiori: qualche gol clamorosamente sbagliato e, soprattutto, tanta indolenza e la sensazione di trovarsi per caso nella massima serie, con la maglia azzurra addosso.
Andrea Silenzi, romano del 1966, cresce nella Lodigiani e arriva al calcio che conta con la Reggiana – allora in C1 – e, dopo la promozione in B, si conferma, sempre con la maglia amaranto, realizzando 23 goal che gli valgono il titolo di capocannoniere.
Gioca da centravanti classico, abile nel gioco aereo (è alto 1,91 mt), abbastanza statico e con il piede forte (il destro) non propriamente educato.
Dopo quell’exploit è acquistato dal Napoli, che cerca un uomo gol prestante da affiancare a Careca dopo l’addio di Carnevale, per la cifra considerevole di 7 miliardi di lire.
Il pennellone non manterrà le promesse e resterà ben poco in maglia azzurra. Ceduto al Torino nel 1992 si difende e nella seconda stagione segna ben 17 reti, vince la Coppa Italia e viene convocato una volta in Nazionale. Poi l’esperienza – da primo italiano in Premier League – con il Nottingham Forest, senza lasciare il minimo segno, infine la discesa in B, fino al ritiro dal calcio giocato. Oggi Silenzi, dopo esperienze da collaboratore nelle serie minori, è fuori dal mondo del calcio.

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