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SCOPRIAMO L’IRPINIA,LIONI:ARTE,CULTURA E SPORT. LO STORICO DIRIGENTE PETITO :”IL LIONI NEL SANGUE”

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Lioni è un paese di 6141 abitanti della provincia di Avellino. Dista pochi chilometri da Montella. E’circondato da aree rustiche con tipiche costruzioni rurali. Fu uno dei paesi più colpiti dal violento terremoto del 1980. La cascata di Lioni è un gioiello situato a soli 2 km dal centro abitato. Per non parlare poi del Museo Etnologico o della Chiesa di Santa Maria Assunta la più antica chiesa di Lioni risalente al XIVsecolo. Senso radicato della cultura del sacrificio e del lavoro, la Lioni calcistica rappresenta una realtà consolidate del panorama calcistico regionale. Scalpitano le corazzate del girone B di Eccellenza per la ripartenza. Obiettivo confermare quanto di buono fatto in estate per la gioia di tifosi ed addetti ai lavori
«Abbiamo costruito la squadra per divertirci», annuncia lo storico dirigente Alfonso Petito che parla del momento che sta attraversando la propria compagine . Due mesi e mezzo dall’ultima gara disputata, la voglia di proseguire il progetto del presidente Salzarulo giovane ed ambizioso imprenditore è enorme. Manca il calcio giocato «La gara ufficiale ci manca tanto -esordisce Petito- Sono meno ottimista rispetto alla settimana scorsa. Se facessimo secondo il ministro Speranza 3 mesi di lockdown e con le vaccinazioni noi saremmo usciti per quest’estate. Non credo che inizieranno i campionati con queste prospettive. Lioni è un centro a misura d’uomo. Non manca niente di essenziale. Rispetto agli altri paesi della zona, abbiamo una squadra che gioca in eccellenza, un centro commerciale, una vita notturna, una vocazione commerciale di rilievo. Tutti quando hanno bisogno di qualcosa sanno di poterla trovare a Lioni. Siamo propensi alle amicizie, alle conoscenze. Non è un paese che chiude ai forestieri».
Un progetto, quello della Polisportiva Lioni, nato nel 2011 e portato avanti negli ultimi cinque anni dalla nuova dirigenza, che oggi guida il sodalizio rossoblù.
Il sindaco chiese aiuto ad imprenditori locali. Il massimo esponente del club Giuseppe Salzarulo con tutto il suo gruppo di amici dirigenti ha dato vita ad una sorta di miracolo calcistico partendo dalla Seconda Categoria fino allo stop causato dalla pandemia con un sogno chiamato serie D.«Quinto anno da dirigente ufficiale, ho sempre seguito dall’esterno le vicende. Quando si fanno le cose con passione, non c’è pentimento che tenga. Abbiamo preparato il tutto per disputare la stagione in maniera regolare. Sulla pelle la stagione precedente chiusa in malo modo che ci vedeva in una fase calante perdendo sulla carta gare che dovevamo vincere. Avevamo la voglia di riscatto ed evitare figuracce. Vogliamo semplicemente divertirci. Squadra equilibrata dal punto di vista umano che ci consentisse un torneo di soddisfazioni. Ci sono capitate delle occasioni e non ce le siamo fatti scappare. Pisani un nostro innesto è stata occasione dell’ultimo momento, preso per rinforzare l’organico. Abbiamo preso Alleruzzo e Pugliese:ad oggi non hanno avuto la possibilità di fare 1 presenza in squadra e nemmeno di potersi allenare con noi”. La squadra è consapevole di essere forte ma deve dimostrarlo sul campo. La SarsCov-2 non ha di certo smorzato gli entusiasmi dirigenziali « Squadra forte , ben allenata . Non abbiamo velleità particolari, ci vogliamo divertire. A fine stagione tireremo le somme. Se ci sarà la possibilità di fare qualche innesto in prospettiva di un campionato migliore , non ci tireremo indietro di certo. Siamo il più piccolo paesino dei 3 gironi di Eccellenza. Lo scopo nostro non è salire in serie D ma divertirci e farci voler bene. Ce la giocheremo fino alla fine ovviamente”
Crescita graduale della dirigenza con risultati che hanno dato ragione sin dal primo momento puntando sempre su calciatori dal forte attaccamento ai colori sociali. La storia continua..

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