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Enzo Paritario : al posto giusto, al momento giusto

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Enzo Paritario, è il responsabile tecnico dell’ASD Caserta Accademy,un fine conoscitore di calcio giocato e non. Classe ’79 da esterno destro veloce e macina metri, ha iniziato indossando la maglia delle giovanile del Casal di Principe in serie C, dei Beretti nazionali con l’Albanova, del Cerignola e del Giugliano sempre in C , infine del Venafro in Eccellenza .Quando ha capito che la divisa di calciatore gli stava stretta e, consapevole delle difficoltà ha scelto di abbandonare il calcio giocato per indossare un’ altra divisa, quella dell’Esercito italiano, in cui milita tutt’ora
“ Bisogna essere consapevoli dei propri limiti e soprattutto di quanto sia importante, per un individuo seguire le proprie inclinazioni, senza avere alcun timore “
-Non sei riuscito però ad abbandonare il calcio, tanto che oggi sei uno degli uomini di punta della asd Caserta Accademy , la scuola calcio della presidente Monica Salemme che svolge la sua attività da 10 anni al Talamonti
“ Vero, il calcio è un amore che non posso trascurare e a rafforzare la mia passione è proprio il rapporto con i miei ragazzi, con quelli che hanno bisogno di essere rassicurati, spronati, spinti ad imparare, divertendosi, un corretto modo di comportarsi fuori e dentro il campo. C’ è una frase che gli ripeto spesso il campo è lo specchio della vita reale , fatevi trovare sempre pronti perché l’impegno e la tenacia pagano sempre
-Farsi trovare pronti, questo mi ricorda un episodio accaduto giusto un anno fa e che vorrei tu mi raccontassi
“ Mi chiedi di raccontarti uno dei momenti più emozionanti della mia vita: lo scorso anno, sedevo sulla panchina della Caserta Accademy nella partita che ci vedeva opposti al Baronissi nella categoria regionale under 16. La solita domenica pomeriggio da trascorrere sul campo, quando in un contrasto di gioco un calciatore del Baronissi si scontra col nostro portiere, fin qui nulla di strano, il calciatore si rialza, va verso la panchina e… stramazza al suolo privo di conoscenza. Il campo è stato avvolto da un silenzio innaturale, istintivamente sono corso verso la panchina avversaria e mi sono reso conto che il ragazzo non respirava e aveva gli occhi rovesciati e senza pensarci ho messo in atto tutte quelle procedure che ci insegnano al corso allenatori e che la mia società mi ha spinto ad approfondire e l’ho rianimato. Solo quando ho visto che il ragazzo riprendeva a respirare mi sono reso conto di aver trattenuto anche io il fiato preso dalla meccanicità dei movimenti da compiere. Dopo l’arrivo dei sanitari e il trasferimento dell’atleta al più vicino ospedale, ripreso l’incontro, mi sono seduto in panchina e quasi stupito ho analizzato quello che era successo e capito di aver messo a frutto tutto l’impegno profuso nei corsi di primo soccorso e i miei studi, che sto per terminare, in scienze motorie. Ero al posto giusto, al momento giusto, ma anche pronto e istruito in quelle azioni che si sono rivelate fondamentali per salvargli la vita”
-Immagino che emozione e che responsabilità tu abbia provato e immagino quanto ti sia sentito orgoglioso di te
“ Ho veramente fatto, quasi istintivamente, quello che dovevo, senza pensarci, ma ho veramente capito l’importanza del mio gesto durante la partita di ritorno proprio con Baronissi: prima dell’incontro, a mia insaputa, sul campo mi attendevano il ragazzo, i suoi genitori e il Presidente del Baronissi che hanno voluto omaggiarmi con una targa di ringraziamento, anche se il regalo più bello è stato vederlo davanti a me, in salute col sorriso sulle labbra”

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