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Il punto di Enzo

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Chi ama fa un sacco di cose, ad esempio non dimentica oppure sogna ad occhi aperti e – spesso e volentieri – soffre e spera.
L’innamorato perso della propria squadra è colui che vede sempre il bicchiere abbondantemente pieno, e anche in condizioni oggettivamente complicate o compromesse, intravede sempre un barlume di speranza.
In effetti credere in una nostra partecipazione per la prossima Champions, la cui condicio sine qua non è quella di finire almeno al quarto posto, superando due compagini tra Milan, Juve, Atalanta e Roma, considerata ormai irraggiungibile l’Inter e senza contare un ritorno della Lazio, è esercizio di fede laica notevolmente spinto ed ottimistico.
Giovedì abbiamo ammirato le imprese in Europa League di Roma – che ha liquidato con un perentorio 3 a 0 i quotati ed esperti ucraini dello Shakhtar di Donetsk – e soprattutto del Milan in Inghilterra.
Nella grigia e triste Manchester – in una serata dal classico clima di quelle parti, con pioggia sferzante, vento e freddo – il Milan ha sciorinano una prestazione maschia, coraggiosa e di sostanza, irretendo l’United nel proprio fortino e con le proprie armi: gioco veloce e fisico ma anche di qualità.
Dopo 2 goal annullati e lo svantaggio inopinato i rossoneri hanno messo sotto i padroni di casa e impattato in pieno recupero con una zuccata da angolo di Kjaer, che il portiere Henderson sfiora soltanto.
Impressionante l’intensità di gioco di una squadra piena di seconde linee come gli ottimi Brahim Diaz in attacco, Saelemaekers sulle fasce, Meite in regia; discorso a parte per Tomori, che ha la patente di predestinato, e Kessie ormai incontrista, trequartista, trascinatore e goleador in un’unica maglia.
Le voci da Milanello ci dicono che qualche acciaccato recupererà: saranno del match Theo Hernandez e Calhanoglu, sicuramente insidioso tra le linee d’attacco.
Noi ci arriviamo dopo la settimana tipo agognata da Gattuso, al quale vorrei ricordare, sempre pensando al giovedì di calcio europeo, come Pioli stia migliorando la rosa a disposizione o come Fonseca – a cui non stendono certo il tappeto rosso ogni qualvolta si reca a Trigoria – stia conseguendo risultati buoni nonostante l’ambiente irto di difficoltà, oltre a proporre un gioco piacevole e chiaramente connotato.
Nell’immediata vigilia constatiamo che Lozano non viene rischiato (dopo averlo spremuto e tenuto in campo già infortunato nei minuti finali con la Juve), che Manolas è lento nei recuperi come lo è con la palla tra i piedi e che perdiamo – l’ennesimo giocatore, e qualche parola poi la dovremo fare su questa cosa – Rrhamani, per un guaio muscolare.
Partiamo con Mertens terminale offensivo, per provare a costruire gioco ed occupare la loro trequarti, e Hysaj basso a sinistra; speriamo che Osimhen sia fisicamente pronto per almeno una mezz’ora a tutto sprint nella ripresa. Buona la scelta Demme nel ballottaggio con Bakayoko in mediana, non è da trascurare il calo fisico che dovrebbero avere nel finale, a seguito della battaglia sostenuta solo 3 gg fa.
Francamente un nostro risultato diverso dalla vittoria renderebbe ancora più difficile la rincorsa.
Scherziamo allora, prima di scendere figurativamente in campo: ed auguriamoci che sia una performance degna dei Napoletani a Milano, parafrasando il film neorealista del 1953 del grande Eduardo De Filippo, in quel contesto – nella fredda e nebbiosa Milano del dopoguerra – un gruppo di lavoratori napoletani con arguzia e sacrificio riesce a risollevare le sorti di una acciaieria, guadagnandosi lavoro e futuro in terra lontana.
Si parte. Siamo propositivi e ci mettiamo stabilmente nella loro parte di campo, loro più contratti ma pronti a scattare in massa in avanti con veloci verticalizzazioni, che una volta si chiamavano contropiedi.
Le occasioni arrivano per noi: Di Lorenzo lancia Zielinski che in posizione di centravanti stoppa e calcia in acrobazia di esterno destro, Donnarumma distende tutti i suoi centrimetri e toglie il pallone dalla porta.
Sviluppiamo il gioco soprattutto dal lato di Insigne, Hysaj è sul pezzo ma manca sempre la rifinitura. Ancora Zielinski su assist di Lorenzo, stavolta il polacco calcia dalla sinistra, ma chiude troppo l’angolo. A destra Politano soffre la corsa e la velocità di Hernandez.
L’arbitro lascia correre, forse troppo, poi al primo fallo di Maksimovic estrae il giallo. Poco dopo grazia Demme.
Mertens mi sembra fisicamente lontano da una forma accettabile, comunque a fine tempo combina con Insigne e tira di poco fuori.
Per la ripresa serve qualcosa in più, coraggio!
Inizia il secondo tempo e passiamo subito in vantaggio: ottimo anticipo di Hysaj, assist di Zielinski e Politano si presenta da destra davanti a Donanrumma, tiro che si insacca tra manona protesa e palo.
Loro sbandano e noi con Fabian – sinistro al volo – sfioriamo il colpo del KO.
Entra Osimhen in una situazione tattica congeniale, ma si farà vedere poco.
Dal 70esimo rinculiamo troppo, Pioli cambia tutti i trequartisti in un colpo solo ed il Milan spinge. Reattivo Ospina su Rebic di testa, fasi adesso convulse.
Bakaioko per pochissimo non fa la frittata nella nostra area, Pasqua – sollecitato dal VAR – la va a rivedere, ma evidentemente non è rigore. Hernandez viene graziato dopo un fallaccio da rosso scuro su Osimhen lanciato a campo aperto. Mischie in area nostra, tanto recupero ma la portiamo a casa.
Bravi, consideriamola solo il primo passo per un finale degno.

73 Commenti

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